Sabato 8 aprile 2006, ore 9.30, presso la Sala Convegni del Seminario Diocesano in Alghero verrà presentata la guida informativa “Non solo scuola: il lavoro come progetto di vita”: un opuscolo dedicato alla ricerca lavorativa e all’accompagnamento professionale, che sviluppa la prospettiva della ricerca del lavoro come percorso di promozione e valorizzazione personale.

Al convegno prenderanno parte anche la Regione Autonoma della Sardegna e SviluppoItalia Sardegna, che illustreranno ai presenti (oltre alle classi 4 e 5 dell’Istituto, è prevista la partecipazione di numerosi giovani) la conoscenza dei referenti e dei servizi presenti sul territorio, quali soggetti che operano nell’ambito delle politiche attive del lavoro.

A Cristiano Nervegna, invece, come Segretario del MLAC, è stato chiesto un contributo per presentare il Movimento Lavoratori di AC, che proprio ad Alghero sta muovendo i primi passi di un cammino che, nelle intenzioni, vuole poi coinvolgere tutte le diocesi della Sardegna.

Di seguito, l’introduzione e un passaggio che Giuseppe Patta, autore della guida, ha scritto pensando al mondo dell’associazionismo e sentendo forte la propria appartenenza all’Azione Cattolica.

Introduzione
“Chi sono i destinatari dell’orientamento al lavoro?”, “chi deve fare orientamento?” e “cosa si intende per orientamento?”
Tre domande all’apparenza semplici, se non banali, che invece, a ben vedere, portano con sé tutte le problematiche sottese all’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Un ingresso spesso visto come incognita, tra non poche incertezze e perplessità.
Le risposte a questi interrogativi sono alla base del percorso svolto nell’anno scolastico 2004/2005, proposto dall’Istituto Alberghiero di Alghero nell’ambito del Progetto “Orsa Minore” e, a ben vedere, sono state in fondo in filo conduttore dell’intero percorso.
Infatti, l’orientamento si rivolge ai “diretti interessati”, i giovani alla ricerca di lavoro, e non solo.
In realtà, dovrebbe coinvolgere anche gli studenti delle scuole superiori, che pur non vivendo la necessità del lavoro, è bene acquisiscano elementi di stimolo e criticità, e non ultimi i loro genitori, in quanto la famiglia è necessariamente interpellata dal “problema” del lavoro.
L’orientamento, inoltre, è occasione preziosa per rafforzare il legame tra gli istituti di istruzione e il mondo del lavoro e della formazione, sviluppando per il possibile un approccio integrato di inserimento professionale. Del resto, nei giovani, esiste un forte distacco fra il momento dell’apprendimento e la ricerca della propria collocazione lavorativa, tra la scuola e il mondo del lavoro.
Data, quindi, la prima risposta (e posta la centralità della persona, vista nei suoi bisogni e nelle sue ricchezze, negli stimoli e, non neghiamolo, nelle paure), possiamo quindi dire che all’orientamento dovrebbero esser deputate le istituzioni, le scuole, finanche le parrocchie e, in generali, tutti quei soggetti che sono punto di riferimento della realtà sociale odierna e possono essere visti come partner ugualmente importanti nel dare allo studente opportunità efficaci di apprendimento.
Ecco perché, più che di orientamento, a me piace parlare di “accompagnamento” professionale.
Inoltre, mi piace anche parlare di scelta e non di necessità. Di occasione per realizzare un proprio progetto di vita, piuttosto che di “semplice” occupazione, di scambio tra prestazione lavorativa e retribuzione. Nella costruzione di una identità gioca un ruolo decisivo l’ambiente in cui si vive: scuola, famiglia, gruppo di amici… Avere un lavoro implica tanti fattori, non soltanto l’indipendenza economica.
Infine, nello specifico del “Progetto Orsa Minore” mi è piaciuto parlare di percorso e non di lezioni, perchè i tre incontri hanno idealmente rappresentato le fasi della vita lavorativa di ognuno dei presenti e dei lettori: la prima fase, obbligata, della ricerca del lavoro, cui fanno seguito le due alternative del lavoro dipendente o del lavoro autonomo.
E non sfuggirà la ricchezza degli incontri svolti, qualora si consideri che protagonista è stata una classe composta da dieci alunni, dieci genitori e dieci insegnanti.
Ecco perché l’esposizione che segue, pure ordinata per lezioni, racchiude non tanto lo svolgimento in sé di ogni singolo incontro, quanto un ideale percorso che potenzialmente riguarda ogni persona coinvolta dall’avvio della propria carriera professionale.

dott. Giuseppe Patta

Dalla guida…
Dalla discussione in classe, è emerso il ruolo forte dell’associazionismo: sportivo, culturale o ecclesiale.
L’associazione, infatti, è spesso il modo per superare lo stallo del tipo “non ho esperienze e vorrei farle, ma cercano solo persone con… esperienze”, in cui molti si sono trovati.
Far parte di una organizzazione, quale essa sia, ci mette in relazione con gli altri, offrendo continua occasione ampliare le nostre conoscenze e, peraltro, anche di dimostrare le nostre capacità.
La partecipazione ad un gruppo, inoltre, matura nei rapporti con le altre persone, aiutando a creare le prime basi dei rapporti di colleganza, importanti soprattutto quando sul posto di lavoro sarà richiesto spirito di squadra.
L’associazione, infine, organizza i tempi della nostra giornata arrivando anche a condizionarli, scandisce dei ritmi e ci obbliga ad averne. Può essere gratificante come avvilente, ma è sempre una bella palestra di vita.

Lavoro: convegno ad Alghero
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