L’Azione Cattolica e il Progetto Policoro

L’Ac da sempre è presente nel progetto Policoro e progressivamente ha maturato la consapevolezza del proprio ruolo, nella sua capacità di offrire un servizio nella filiera della evangelizzazione in termini più progettuali e più capillarmente distribuito nel territorio nazionale, forte anche del fatto che molti giovani aderenti all’AC sono Animatori di comunità nel progetto e nella segreteria nazionale.
L’obiettivo dell’incontro svoltosi a Roma il 24 maggio è stato definire con maggiore cura il tipo di servizio che l’Azione Cattolica può offrire al progetto. Alla presenza della presidente nazionale, Paola Bignardi, di mons. Sigalini e mons. Tarchi, si sono ritrovati i rappresentanti del Movimento Lavoratori di Ac e un delegato per regione (per la Sardegna era presente la nostra diocesi, quale esempio concreto di come possa realizzarsi una simile collaborazione).
L’incontro ha visto il confronto tra le varie esperienze che le associazioni diocesane hanno realizzato nell’ambito del Progetto, sulle modalità di interazione possibili e già realizzate, per andar quindi a definire compiutamente il ruolo del delegato regionale che dovrà:
– entrare a far parte del coordinamento regionale, quale rappresentante dell’Ac nella filiera dell’evangelizzazione;
– stimolare le associazioni diocesane di Ac ad una maggiore collaborazione con gli Animatori, ponendo le basi per la stessa quando invece questa sia mancante;
– stimolare, in un discorso “extra-associativo”, le altre realtà facenti parte della filiera ad una partecipazione attiva al Progetto;
– curare gli aspetti dell’evangelizzazione, soprattutto nei momenti specifici del cammino di formazione che verrà proposto a livello regionale.
La partecipazione all’incontro della nostra diocesi è significativa, poiché si inserisce nel cammino di collaborazione con l’Azione Cattolica che come Animatori abbiamo sempre portato avanti, dalle varie esperienze dei micro-incontri nelle parrocchie ai convegni, fino alla settimana Sociale dello scorso novembre.
Una partecipazione che ci stimola nella prospettiva di inserire le tematiche nel Progetto nella prossima programmazione annuale, per fare di Policoro non un’occasionale esperienza, ma un elemento forte del cammino associativo. Del resto, il Settore Giovani ha inserito nelle “attenzioni” del prossimo anno alcuni temi del Progetto, che quindi potranno essere direttamente sviluppati dai vari gruppi parrocchiali (in comunione con la nostra idea di portare il Progetto all’interno dei gruppi dei ragazzi delle scuole superiori).
Interessante anche la prospettiva di una pubblicazione destinata ai responsabili parrocchiali, nella quale si spiegano le linee del Progetto e si indicano i referenti territoriali, idea per la quale abbiamo già offerto la nostra collaborazione.

Giuseppe Patta

1° Torneo Interparrocchiale San Giuseppe

Si è svolto, con la partecipazione di più di 300 atleti, presso i campi dell’oratorio della Parrocchia di San Giuseppe, il 1° Torneo Interparrocchiale in onore della festa del Patrono.
Dal 15 al 23 Marzo, nei fine settimana, si sono tenute le fasi eliminatorie che riguardavano 3 discipline sportive: basket, calcetto e pallavolo.
Hanno partecipato con grande sportività le parrocchie della Mercede, del SS Nome, di San Giovanni Bosco e di San Paolo, nonché il gruppo Scout Alghero 4 ed i gruppi d’Azione Cattolica della Parrocchia di San Giuseppe.
Le fasce d’età per i diversi sport erano così suddivise: dagli 8 agli 11 anni e dai 12 ai 15 anni per basket e calcetto, dai 16 anni in su per calcetto e pallavolo.
Gli incontri si son svolti nei campi dell’oratorio: per il calcetto quello antistante alla chiesa, per il basket e la pallavolo quello dietro il medesimo edificio.
Alle finali hanno vinto rispettivamente: calcetto 8/11 la parr. di San Giovanni Bosco, basket 8/11 la parr. del SS Nome e nel calcetto 16/over 16 la parr. di San Giuseppe; la regina del torneo è stata la parr. della Mercede, che ha portato a casa 3 primi posti: calcetto 12/15, basket 12/15 e pallavolo.
Prima delle premiazioni, presiedute dal parroco Don Potito e dalla presidentessa parrocchiale Maria Piga, è stato offerto ad atleti e spettatori un ricco rinfresco sponsorizzato dalla Sisa Delta Coop, in collaborazione con la pasticceria Sarria ed il panificio Piras & Riu.
Ad ogni parrocchia partecipante sono state consegnate le targhe di partecipazione offerte dall’Assessorato allo Sport del Comune di Alghero; 6 trofei per i primi classificati per ogni disciplina e medaglie per tutti gli atleti e accompagnatori, offerte dalla parrocchia di San Giuseppe.
Inoltre son stati consegnati 6 trofei Fair Play, offerti dalla Sisa Delta Coop e dalla Art Service, per le squadre che nei vari sport, si sono differenziate per il comportamento, rispettando con fermezza lo spirito sportivo del torneo.
Il torneo è servito per vivere un momento di fratellanza ed amicizia tra i gruppi parrocchiali, sullo sfondo principale del desiderio comune di pace, con la consapevolezza che poco lontano dalla nostra città è in atto una guerra violenta.
Per la positiva riuscita del torneo e la grande partecipazione, i gruppi d’Azione Cattolica della parrocchia di San Giuseppe ringraziano tutti i partecipanti e danno appuntamento al prossimo anno, dove ci si augura una affluenza ancora maggiore, con la partecipazione degli altri gruppi parrocchiali algheresi.

Giuseppe Manunta

Cristo regni, don Casta’…!

POZZOMAGGIORE – Un “sempre regni” chiaro e forte era la risposta al saluto che ci restituiva il padre, l’amico, il fratello, l’educatore, il confessore, l’indimenticabile don Pietrino Castagna, sacerdote di Dio, per il quale alle ore 10 del 16 febbraio 2003 si sono aperte le porte della santa Gerusalemme.
“Cristo regni”, don Castà…, gli avevo detto commosso, alcuni giorni fa, in ospedale stringendo le sue sacre mani, un sorriso, un “sempre regni” flebile, sussurrato, mi aveva fatto capire che don Pietrino stava per lasciarci.
“Cristo regni”… don Castà…! Regnerà Gesù Cristo, grazie anche a Lei, caro don Castagna, mi son detto mentalmente vedendolo immobile nel suo letto di morte, vestito dei paramenti sacri della festa, con il capo poggiato sul vangelo aperto, sorridente, sereno nel rigore della morte.
Era nato a Pozzomaggiore da Raffaele e Costantina Saiu il 25 febbraio 1926. Dopo gli studi liceali e teologici presso il seminario regionale di Cuglieri fu ordinato Sacerdote in Alghero il 23 luglio 1950 da mons. Ciuchini e celebrò la prima messa a Pozzomaggiore il 6 agosto 1950 A.D..
Dal 20 novembre 1951 al 25 luglio 1968 fu vice parroco di Pozzomaggiore fino a quando fu nominato parroco di Semestene, mantenendo contemporaneamente la carica di vice parroco a Pozzomaggiore. Alla morte del compianto dott. Fadda dal luglio 1974 al settembre dello stesso anno viene nominato vicario economo di Pozzomaggiore. Successivamente ebbe l’incarico di pievano di santa Giulia a Padria dal 1° agosto 1978 al 1982. Porta la data del 1° settembre 1982 la bolla vescovile che gli assegna la titolarità della parrocchia di Ns. Signora della Pazienza in Uri. Realizza in questo periodo la costruzione di una nuova chiesa dedicata a Santa Maria di Paulis. Motivi di salute gli impongono di ridurre la sua attività e il 13 giugno 1999, fa ritorno al suo paese dove collabora attivamente con il parroco Padre Quintino Manca oltre che a Pozzomaggiore anche a Romana.
I giovani in particolare, fin da quando nella gerarchia dell’Azione Cattolica erano solo “fiamme bianche” verdi e rosse infine, erano la sua preoccupazione, il suo pensiero. Il catechismo, la preparazione alla messa delle nove della domenica, la discussione del Vangelo nella sede di via Murighessa, il libretto segna presenze che ci dava diritto ad assistere ai vari programmi della nascente televisione, il cine forum, il calcetto, il ping pong, la dama, ecc., erano tutte cose che riusciva a regalarci.
I canti attorno ai falò notturni dei campeggi che con grande sacrificio sapeva organizzare, in particolare in quel di Tramariglio, dove svago, preghiera, meditazione, regolavano i 15 giorni di vita in comune che don Castagna ogni anno voleva per noi. Lo ricordo con la sua paglietta bianca, l’immancabile breviario in mano, con i piedi sul bagnasciuga mentre assentiva paternamente al valoroso che gli gridava di avere raggiunto a nuoto “Su Rialzu”, luogo di riposo, dove lontano dalla spiaggia finalmente, il neofita “toccava la sabbia” e riposava un po’.
Caro don Castagna, Lei era e sarà nella nostra vita di ogni giorno, per noi che l’abbiamo conosciuta e voluta bene e per le popolazioni in rincorsa, alle quali, glielo promettiamo, consegneremo i suoi preziosi insegnamenti, quel “rialzo” nel mare della vita che ci dà quel momento di conforto che Lei non mancherà di continuare ad assicurarci dal cielo.
Il funerale è stato un vero trionfo, con la solenne concelebrazione presieduta dal nostro vescovo mons. Vacca, presenti decine di suoi fratelli nel sacerdozio, i parenti, gli amici, tanti pozzomaggioresi, moltissimi suoi ex parrocchiani giunti da Semestene, Padria, Uri, Romana e altri paesi, autorità civili, militari, confraternite, unite nella preghiera di suffragio e nel ricordo, attenti all’omelia del nostro vescovo che ha tracciato uno spaccato della vita di don Pietrino ricordando l’ultimo colloquio avuto con lui nel quale assicurava le sue preghiere per chiedere al Signore nuovi e santi sacerdoti. Padre Quintino lo ha voluto ricordare quindi nei momenti salienti del suo recente apostolato a Pozzomaggiore, per la sua amicizia, l’amore verso Dio e la Madonna per essergli stato vicino anche in momenti difficili.
I commoventi canti del gruppo delle ragazze di Uri (complimenti, bravissime è dir poco!) hanno contribuito a rendere grazie al Signore per tanto dono.
Vorrei congedarmi con alcuni versi scritti per don Castagna dal poeta di Pozzomaggiore Antonio Maria Pinna in occasione del suo 50° anniversario di ordinazione sacerdotale, che riporto su sua licenza:
“Umile che pastore in fatt’ ‘e s’ama
cun sa rughe ‘e s’amore subr’ ‘e palas,
che rughe has caminadu in nottes malas
e dies bentulosas de raschia,
isterrinde sa ‘oghe ‘e su Messia
e de Maria chi de tottu est mama.”

Cristo Regni don Castà…!!!

Tonino Pischedda

Un’occasione per conoscersi meglio – L’ACR celebra la festa della pace

ALGHERO – Conoscersi e fare amicizia. Questo, in fondo, lo slogan della Festa del 26 gennaio e l’obiettivo che come educatori ci siamo posti quando abbiamo deciso di festeggiare la Pace con un gemellaggio tra le nostre parrocchie di San Giorgio e del Rosario di Alghero. Spesso, infatti, le diverse occasioni di incontro (che pure caratterizzano l’anno associativo dell’ACR), sono appunto momenti in cui i ragazzi si incontrano, senza approfondire i rapporti e creare invece le basi per un’amicizia che superi le distanze.
È questa, pertanto, l’idea che ci ha guidato nella preparazione della festa della Pace e, a giudicare dall’entusiasmo dei ragazzi, crediamo di avere realizzato il nostro obiettivo.
La giornata per noi è iniziata al mattino, accolti dai ragazzi di Pozzomaggiore e accompagnati in chiesa per celebrare insieme la Messa. Dopo un’abbondante colazione, gentilmente offerta dal settore adulti, la mattinata è proseguita nei locali di Santa Croce, dove ai ragazzi, divisi per archi di età, sono stati proposti dei giochi di conoscenza. E’ qui che hanno iniziato a capire che la giornata sarebbe stata diversa dalle altre: un’intera mattinata per comprendere chi siamo e quali sono le nostre caratteristiche e i nostri doni, giocando e divertendoci.
I giochi hanno lanciato i ragazzi in una prospettiva diversa dalle altre Feste, tanto che hanno trascorso il momento del pranzo e del dopo pranzo insieme, senza la solita necessità di ritornare con i propri compagni di gruppo.
Rotto il ghiaccio e poste le basi per una giornata “insieme”, il pomeriggio ha visto i gruppi impegnati in lavori sul tema della pace.
I bambini dei Seiotto hanno realizzato un grande Murales della Pace; i 9/11 hanno fatto un grande Gioco dell’Oca (con un dado enorme che rotolava sulla cartina dell’Africa): ogni tappa era abbinata a una prova e, soprattutto, a un aspetto di questo continente, per stimolare la curiosità dei bambini e introdurne le varie caratteristiche. I 12/14, invece, hanno affrontato più da vicino il tema delle disuguaglianze esistenti tra gli Stati e capito che queste possono essere superate attraverso il dialogo e la collaborazione reciproca. Divisi in gruppi ed abbinati ad uno Stato, il loro compito consisteva nel realizzare un cartellone sulla propria nazione, ma (ecco il problema) non tutto l’occorrente a disposizione era necessario o sufficiente. Così, bisognava andare a chiedere qualcosa agli altri Stati, barattare se era il caso, oppure cedere di propria spontanea volontà senza nulla in cambio. Supervisore il Vaticano, pronto a intervenire in caso di “conflitto”. Momento conclusivo della giornata è stato il gioco della Tombola, che ci ha visto conquistare addirittura una cinquina (i presenti sanno che ci stiamo riferendo alla fortuna sfacciata dei padroni di casa). Questo gioco è stato promosso, con la vendita ai partecipanti delle cartelle, per una raccolta di fondi per finanziare il progetto di Manitese che combatte lo sfruttamento e il lavoro minorile in India.

L’equipe Acr del Rosario di Alghero

Giovanissimi in azione

POZZOMAGGIORE – Domenica 15 dicembre, presso i locali della parrocchia di San Pantaleo a Macomer, si è svolto il convegno diocesano dei giovanissimi di Azione Cattolica dal tema “AAA. Studente cercasi: alla ricerca dell’identità perduta”.
L’incontro, cui hanno partecipato oltre un centinaio di giovanissimi, e ben 13 della nostra parrocchia, è stato un momento di discussione, conoscenza ed approfondimento sui temi della scuola e del Movimento Studenti di Azione Cattolica. Era presente Maria Carmela, segretaria nazionale del movimento, che ha aiutato i ragazzi a vivere la scuola come luogo di crescita, di formazione e di impegno per migliorare se stessi ma soprattutto per condividere e sfruttare appieno le opportunità offerte dalle istituzioni scolastiche. La giornata è stata caratterizzata da tre momenti fondamentali: la relazione iniziale, la Santa Messa con la comunità di Macomer e il dibattito finale che ha visto i giovani discutere su occupazione, scioperi e opportunità offerte dalla scuola.
A conclusione della giornata, terza domenica di avvento, comunemente nota come domenica della gioia, un momento di festa con musica, canti, balli e tanta allegria che ha contagiato tutti i presenti.